15 dicembre 2017 – di Elisa Adornato, Elisa Barban, Antonino Di Vincenti, Francesco Gagliano, Ilaria Giustini, Roberta Ignaccolo (Gruppo 2A).
Tratto dalla ricerca: “Poison or Prevention? Understanding the Linkages between Vaccine-Negative Individuals’ Knowledge Deficiency, Motivations, and Active Communication Behaviors” di Arunima Krishna.
Il vaccino è importante, ma su di esso ci sono opinioni e giudizi contrastanti, la negatività dei pareri è data dalla non adeguata conoscenza che si ha sull’argomento. Esistono studi e ricerche che tentano di informare le persone sull’importanza dei vaccini. Pertanto è necessario fornire informazioni corrette con lo scopo di eliminare alcuni luoghi comuni e offrire chiarimenti sul tema.
Oggi uno dei temi più discussi sul web, i giornali e i programmi televisivi è l’importanza del vaccino; a causa di questa ingente quantità di informazioni spesso veniamo disorientati e fondiamo le nostre convinzioni su ricerche pseudoscientifiche o semplicemente diamo credito alle nostre paure, nonostante venga messa a rischio la nostra salute.
La tutela della salute è fondamentale per il singolo individuo e nello stesso tempo coinvolge l’interesse della collettività.
“I vaccini sono un’ottima assicurazione per la vita”, afferma l’immunologo Alberto Mantovani, direttore scientifico dell’Istituto Humanitas University di Milano, favorevole al decreto legge che reintroduce l’obbligo dei vaccini per poter andare a scuola.
I vaccini immunizzano dalle malattie e salvano milioni di vite, ciononostante c’è chi ne minimizza il valore.
Nella ricerca “Poison or Prevention? Understanding the Linkages between Vaccine-Negative Individuals’ Knowledge Deficiency, Motivations, and Active Communication Behaviors”, l’autrice Arunima Krishna, ha cercato di mettere in luce gli aspetti scientifici e “giuridici” più controversi e dibattuti con cui si confronta la cittadinanza sulle varie problematiche che si pongono nella scelta: se, quando e come sottoporsi ad un vaccino.
La scienza ha fatto molti passi avanti e nel contempo nuovi problemi sono emersi. In generale, si
può sostenere che il rapporto tra benefici e rischi è ancora vantaggioso della raccomandazione a
vaccinarsi. Questa ricerca infatti sta cercando di comprendere come le opinioni negative nei confronti dei vaccini in particolare la mancanza di conoscenza, la mancanza di un’informazione accurata e scientifica, probabilmente influenzerebbe l’atteggiamento della popolazione.
La negatività dei vaccini è associata a più fattori, tra i quali annoveriamo la carenza di conoscenze specifiche, l’assenza di fiducia nel sistema sanitario e nella industria farmaceutica.
La ricerca è stata fatta tra agosto e dicembre del 2015 negli Stati Uniti. Il campione di riferimento preso in analisi era misto, tra i 18 e i 71 anni. Il totale del campione era formato da 163 maschi e 272 femmine.
Numerosi governi di differenti stati, nonché ricercatori e scienziati, hanno dimostrato l‘importanza dei vaccini proprio per il controllo della diffusione e, in alcuni casi, l’eliminazione di malattie e infezioni potenzialmente fatali. Questo ha portato i governi di tali paesi ad impegnarsi nel facilitare l’accesso alla vaccinazione ai bambini. Inoltre varie organizzazioni hanno riconosciuto i vaccini come l’elemento fondamentale per il raggiungimento dello sviluppo di un paese. Sono stati compiuti dunque, soprattutto nell’ultimo millennio, grandi sforzi per aumentare i tassi di vaccinazione e la fornitura di vaccini. Vi è da notare come questi sforzi risultino derivare soprattutto da paesi in via di sviluppo e sembrano invece scarseggiare nei pesi più sviluppati, come gli USA che, con il passare del tempo hanno visto un notevole calo nei tassi di vaccinazione. Infatti secondo i dati rilevati, dal 2010 i casi riportati di morbillo negli Stati Uniti sono stati 1381, un numero abbastanza elevato se si pensa che negli anni 2000 il morbillo era stato dichiarato “debellato” all’interno di questo paese.
In vista del benessere del singolo individuo e della collettività, risulta necessario selezionare adeguatamente le informazioni per scegliere nella maniera più consapevole.
Considerato il problema dell’errata raccolta di informazioni, ci affidiamo a teorie di problem-solving come STOPS, (Situational Theory of Problem Solving), che tendono a risolvere il problema trovando le ipotetiche soluzioni e possibili conseguenze, oppure la CAPS (Communicative Actions in Problem Solving) che ne cura le azioni risolutive e ci permette di non subirle in maniera passiva.
Molto spesso gli individui agiscono in campo sanitario guidati da convinzioni derivate da ricerche infondate, obsolete, elaborate da ricercatori con metodi di studio non rigorosi.
Spesso, i dati rilevati dalle persone sono infondati e provenienti da fonti inattendibili e questo, insieme alla ricerca non approfondita può portare anche a posizioni di insicurezza e timore; ne consegue che gli individui abbiano atteggiamenti di rifiuto a riguardo.
Per questo motivo il calo dei tassi di vaccinazione è stato ampiamente attribuito ad una vasta gamma di timori relativi ai vaccini e alla loro sicurezza in quanto innaturali, dannosi e possibili cause dell’autismo.
Centrale su tale dibattito è la questione della diminuzione dell’autorità dei genitori in campo sanitario. La maggior parte dei paesi degli Stati Uniti, ad esempio, richiede ai bambini di essere vaccinati per essere ammessi in scuole pubbliche o private. Tuttavia alcuni Stati, come il Colorado, permettono ai genitori di scegliere se vaccinare i propri figli nel momento in cui ciò interferisce con le credenze religiose o personali.
Come abbiamo evidenziato in questo articolo, attraverso gli strumenti di comunicazione di massa, è possibile influenzare l’opinione delle persone anche in merito a temi delicati come quello dei vaccini. In generale, prendendo in considerazione tutti gli aspetti che si riferiscono all’ambito medico e la sanità pubblica, risulta necessario che il valore della comunicazione sia misurato sull’attendibilità delle fonti a cui ci si riferisce e che, la veridicità di queste ultime sia supportata da studi e da evidenze statistiche. La popolazione deve quindi comprendere che i vaccini sono uno degli strumenti più efficaci e più sicuri per la prevenzione delle malattie infettive, poiché attraverso la scelta di vaccinarsi, non solo si protegge se stessi, ma anche la società in cui viviamo, permettendo anche di debellare malattie, che sono potenzialmente mortali.